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Serto di fiori alla Gran Vergine Madre di Dio

Vita periodico

1855-1938

Titolo

Serto di fiori alla Gran Vergine Madre di Dio [da XLI (1895)] Serto di fiori quadragesimo primo consecrato alla Gran Vergine Madre di Dio [da XLII (1896)] Serto di fiori Quadragesimo secondo alla Gran Vergine Madre di Dio [da LI (1905)] Serto di Fiori alla Gran Vergine Madre di Dio [il numero del serto di fiori cambia ad ogni fascicolo N.d.C.] [da LXVIII (1922)] Serto di fiori a Maria Immacolata

Sottotitolo

Nel duodecimo anniversario della definizione dogmatica del suo immacolato concepimento [da XLI (1895)] Nel XLI anniversario della definizione dogmatica del suo immacolato concepimento - Per opera della società pio letteraria da lei intitolata [da XLII (1896)] Nel XLII Anniversario della definizione dogmatica del suo immacolato concepimento - per opera della società pio-letteraria a lei consacrata [da L (1904)] Nel L anno della definizione dogmatica del suo immacolato concepimento - per opera della società pio-letteraria a lei consacrata [da LXVIII (1922)] Anno Sessantesimottavo [ad ogni fascicolo cambia il numero dell’anniversario]

Luogo di pubblicazione

Venezia

Tipografia - Casa editrice

Tipografia di L. Merlo di G.B. [da XXVI (1880)] Tip. Patr. Dell’Immacolata [da LVI (1910)] Tipografia San Marco [da LXIV (1917-18)] Tipografia Sorteni e Vidotti [da LXV (1919)] Tipografia San Marco [da LXVI (1920)] Premiata Tipografia Libreria Emiliana

Sede

[Redazione: oratorio di S.M. Formosa, poi presso la Società Pio-Letteraria]

Numero pagine

Varie (da 35 a 156)

Formato

22,4x13,9 [da XXV (1879)] 21, 3x13,4 [da XXVI (1880)] 19,1x12 [da XXVII (1881)] 22,2x14,4 [da LXVIII (1922)] 21,3x14, 1 [da LXVIX (1923)] 20,6x12,7 [da LXX (1924)] 20,5x13 [da LXXI (1925)] 20,6x13,1 [da LXXII (1926)] 20,8x13,1 [da LXXXIV (1938)] 19,4x12,4

Prezzo

s.i.p.

Periodicità

Annuale

Indici e sommari

Non ci sono indici fino a XXV (1879), da questa data viene aggiunto un riepilogo dei vari contributi alla fine del fascicolo.

Firme e collaboratori

A. Cucito, F. Brunetti, G.B. Piamonte, Leonardo Perosa, Angelo Zaniol, Luigi Tripepi, Lodovico Marangoni, E. Silvestri, Pietro Olivotti, Ferdinando Apollonio, G.B. Spalla, G.B. Bertolini, Anna Mander Cecchetti, Giuseppe Dalla Santa, Alberto Zaiotti (anche A. Zajotti), Giov. De Ambrosi, G. Gastaldis, Fabio Gualdo, Pietro La Fontaine, Luigi Olivi, Vittoria Pellegrini Paganuzzi, Antonio Gastaldis, Virgilio Lessana, Rosina Merighi Vaccari, Giuseppe M. Cisco, Giuseppe Petich, Agostino Vian, Federico Pellegrini, Marco Righi, Antonio Tommaseo, Antonio De Angelo, Giovanni Mazzini, Luigi Tramarollo, Fr. Gianfrancesco, Carlo Agnoletti, Valentino Bernardi, Giovanni Ghezzo, Francesco Petich, Michelangelo Grancelli, Giacomo Franceschini, Adolfo Zanin, Anna Marovich, Roberto Gavagnin, Luigi Brajon, Maria Insom, Pietro Zuzzi, Attilio Calderan, P.G. Rizzardo, Ettore Luca, G.P. Lorgna, Antonio Dalla Venezia, A. Trevissoi, P. Casoli, F. Vicentini, G. Longo, Riccardo Della Torre, Pietro Grancelli, D. ER. Machatzek, M. Scremin, Cesare Scarpa, Rizzardo Ferretto, G.B. Trevissoi, Agostino Formenti, G.C. Sparapani, Giuseppe Camozzo, Domenico Bianchini, Francesco Tonolo, Teresa Candiani, Vincenzo Regini, Ada Bortoluzzi, A.M. Vicentini, Saverio Reuss, Cesario Testa, Francesco Pantaleo, Giovanni Ignazio Costetti, Mary Gina Orsoni, Aldo Sambo, Giuseppe Puggiotto, Jacopo Bombardella, Giuseppe Donati, Giuseppe Spanio, Antonio Donà Dalle Rose, Celio Mango, Celso Bearzatto, Anna Baradel, Giorgio Cedolin, Girolamo Silvestrini, Giuseppe Borghese, Alfonso Arrigoni, Giuseppe Puggiotto, Prete Lovo, Maria Girardi, Maurilio Bruzzone, Nicola De Zorzi, Flaminio De Marchi, Ettore Bogno, Maria Lazzaretto, Giovanni Musolino, Olivo Bianchin

Profilo storico editoriale

Il “Serto di Fiori” è una sorta di annuario costituito da una serie di componimenti tanto in rime quanto in prosa dedicati alla “Vergine Maria”. Stando alle dediche contenute nel primo numero del 1855, il periodico è concepito e redatto all’interno dell’Oratorio di Santa Maria Formosa, in seguito viene citata nel titolo e negli articoli del periodico una società pio-letteraria intitolata alla Vergine Maria. In occasione di ogni anniversario della definizione dogmatica dell’immacolata concezione viene pubblicato un nuovo numero del “Serto”. Fin dalle prime uscite ogni fascicolo annuale si apre con una epigrafe dedicatoria, si cita come esempio quella uscita nel “Serto” del 1866: “A te gloriosa Vergine della cattolica chiesa difenditrice potente speranza conforto presidio del magnanimo Pio nel duodecimo anniversario dacchè egli ti salutò immacolata il sospirato trionfo da te con fervorose preghiere implorando QUESTO POVERO SERTO argomento di sincero confidente affetto cattolici cuori consacrano”.
La città e la curia di Venezia fanno da scenario alla consacrazione del culto mariano e dell’immacolata concezione, che si esprime con componimenti di vario tipo, dalle preghiere, ai sonetti, fino alle lettere e ad altri trattati in prosa con argomenti di storia o “letteratura” religiosa ad es. L’incendio della Cappella del Rosario ai SS. Gio. e Paolo, XXXIII (1887), p. 46. Oltre ai contributi in latino sono presenti “canzoncine” in tedesco XXIII (1877), p. 35, inglese XXIV (1878), p. 22 o francese XXVII (1881), p. 64. Dal 1889 per circa un quinquennio in ogni fascicolo sono descritte le caratteristiche artistiche e storiche di alcune chiese veneziane, a partire da quella di S.M. Del Rosario (Vulgo i Gesuati). Il culto della Madonna di Lourdes acquista un certo rilievo nei fascicoli del “Serto” alla fine dell’ottocento, di particolare interesse i contributi pubblicati nell’anno in cui si verificò la morte di Emile Zola, che aveva contestato la veridicità dell’apparizione della Madonna ed i relativi miracoli. Nell’articolo Di Zola e del suo libro, XLVIII (1902) p. 23, l’ignoto autore prende atto con malcelata soddisfazione della morte dello scrittore francese, e coglie l’occasione per contestare le confutazioni mosse a uso tempo nel libro, Lourdes, uscito nel 1894; in una trilogia intitolata Emilio Zola e Lourdes, p. 46, l’artefice del J’accuse! viene definito un “miscredente ed empio” che deride la “pia grotta ed il tempio”. I lutti e gli eventi legati alla grande guerra arrivano anche fra le pagine del “Serto”. Oltre a liriche dedicate ai caduti sul fronte vengono pubblicate delle note che annunciano la morte di persone note agli autori del periodico, nel brano In memoria di Antonio Moratti, LXII (1916), p 35, è possibile parlare della tragedia della guerra che colpisce sia i caduti sul Carso sia i luoghi di culto della città lagunare (nella fattispecie la Chiesa di Ss. Giovanni e Paolo, colpita da un bombardamento austriaco il 13 settembre 1916). Un brusco e radicale ridimensionamento dimezza le dimensioni del periodico a partire dal fascicolo LXVIII (1922). In una sorta di editoriale dello stesso numero Don Giuseppe Puggiotto scrive che l’Accademia Pio – Letteraria che si occupa della redazione del “Serto” ha dovuto diminuire negli ultimi dieci anni la sua attività per “lo scatenarsi della guerra dapprima, e per varii altri motivi poscia”. Il “Serto” assume in questi anni caratteristiche molto simili ai primi fascicoli realizzati nella metà dell’Ottocento, i collaboratori restano gli stessi, ma la varietà e la quantità degli argomenti trattati vengono entrambe ridotte.

Annotazioni

L’impostazione grafica è molto semplice, non è prevista una suddivisione dei vari contributi secondo uno schema preciso. La lingua utilizzata è l’italiano, con la presenza di qualche preghiera o rima in latino. Non sono presenti indicazioni circa i redattori del periodico e gli autori dei vari contributi, a parte quelle che sembrano delle iniziali riportate a margine di ogni lirica o testo nell’unico indice alla fine del fascicolo. Unico segno di un’opera di controllo o revisione è il visto pubblicato nella penultima pagina (visto A. Can. Vason Cens. Eccl.). Dal numero del 1871 è presente un’immagine della madonna prima del frontespizio, in quello del 1872 l’immagine è quella del serto di fiori. Man mano che ci si avvicina al XX° secolo aumentano sempre di più i testi non in rima, che trattano diversi argomenti, dalla storia dell’arte a riflessioni morali sulla società dell’epoca. A partire dal fascicolo L (1904) cominciano ad essere pubblicati i nominativi degli autori di rime ed articoli. Anche la veste editoriale del periodico viene fortemente ridimensionata a partire dal fascicolo LXVIII (1922), la qualità della stampa, della carta e dell’impaginazione decadono visibilmente. Solo la copertina migliora nell’aspetto, con immagini ed iscrizioni policrome e l’inserimento di qualche fotografia nelle prime pagine del “Serto”.

Reperibilità

Istituto Studi Ecumenici

Collocazione

D VI

Consistenza

I (1855) – LXXII (1926); LXXXIV (1938)

Conservazione

Buona

Compilatore

Vedi

Soggetti

Parole chiave

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