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Grande Guerra e dopoguerra

1914-1922

Il breve tempo intercorso tra la vigilia dell’ingresso italiano nel conflitto mondiale, l’immediato dopoguerra e l’ascesa del fascismo rappresenta sicuramente una delle grandi cesure storiche: il 1914 anno di nascita di quello che sarà definito il “secolo breve”, attraversato da una lunga serie di conflitti (armati e non). Anche la stampa periodica veneziana registra l’acceso dibattito tra “interventisti” e “neutralisti” (e “pacifisti) che anticipa la prolungata “parentesi” della Grande Guerra, in una città sempre più svuotata, militarizzata e ormai prossima al fronte attestatosi a qualche decina di chilometri da piazza S. Marco. Nello stesso periodo ai margini della laguna nasce anche Porto Marghera e l’avvio di una nuova e massiccia industrializzazione.

Il dopoguerra conferma il progressivo e inarrestabile declino delle classi dirigenti «liberali», espressione di ristretti circoli borghesi, incapaci di rappresentare e governare una società che il conflitto bellico aveva profondamente modificato. Con l’entrata in scena delle “masse” si assiste così alla moltiplicazione degli organi dei nuovi movimenti e partiti politici (tra cui quello cattolico), strutturati secondo altri modelli e canoni di comunicazione.

La crisi economica e sociale, i problemi della ricostruzione, il difficile reinserimento dei reduci, caratterizzarono un contesto sempre più turbolento segnato dalla recrudescenza della violenza politica e dalla comparsa dello squadrismo fascista sotto la guida del leader Piero Marsich, preludio dell’irreversibile sbandamento di una democrazia ancora troppo fragile e l’avvento del regime di Mussolini.