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Secondo dopoguerra / Età repubblicana

1945-1969

La fine della guerra, l’entusiasmo per la ritrovata libertà e la ripresa della vita democratica, contribuiscono alla rinascita una stampa libera dopo il prolungato e obbligato silenzio imposto dal regime fascista con il fiorire di numerosi giornali, riviste, periodici, non solo di natura politica. Anche per il contesto veneziano però è una stagione destinata a durare poco; con la rottura dell’unità antifascista, l’approssimarsi della “guerra fredda” e la formazione di “blocchi” ideologici contrapposti, soprattutto a ridosso delle elezioni politiche del 18 aprile 1948 e la successiva affermazione democristiana, si assiste ad una notevole contrazione delle pubblicazioni periodiche.

Fino alle soglie degli anni ‘50 comunque ancora frequenti e ricorrenti sono i temi e le questioni legate ad un “lungo” dopoguerra: dalla ricostruzione al reinserimento dei reduci ed ex prigionieri, alla ripresa economica. In prossimità degli anni ‘60 gradualmente iniziano a moltiplicarsi fogli, riviste, bollettini, espressione di nuove soggettività, della società civile e dei “corpi intermedi”, fino allora non sufficientemente rappresentati: “giornalini” studenteschi e riviste universitarie, notiziari di associazioni, gruppi, sodalizi, categorie contribuiscono ad aumentare le “voci” che vanno a comporre il sempre più policromo e vivace panorama della stampa periodica, restituendo un’immagine politica, economica e sociale meno “filtrata” e più aderente alla realtà sottoposta in questi anni a delle incisive e profonde trasformazioni.

Tra le principali novità del periodo sicuramente la comparsa di numerosi giornali e riviste pubblicate a Mestre e nel suo territorio, specchio fedele della rapida e poco ordinata crescita della terraferma veneziana e della zona industriale di Marghera verificatasi nel dopoguerra.