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Zelo Cattolico (Lo)

Vita periodico

1870-1873

Titolo

Lo Zelo Cattolico

Sottotitolo

Effemeride d’istruzione religiosa e civile contro le molteplici arti di pervertimento in uso nell’infelicissima epoca nostra

Motto

“Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum, quia dereliquerunt pactum tuum filii Israel”, III. Reg. c. 19; “I comandamenti della Legge di Dio, questa è la costituzione morale della società umana. E qual sarà la migliore costituzione politica? Quella che assicura meglio l’esecuzione di questa costituzione morale”, Aparisi. Il Re di Spagna

Luogo di pubblicazione

Venezia

Tipografia - Casa editrice

Tipografia della Società di m. s. fra Comp. - tip [da I, nn. 19-20 (15 marzo e 1 aprile 1871)] Tipografia Emiliana

Sede

La direzione è presso l’abitazione del direttore Renganesky che nel I, n. 8 (1 settembre 1870) segnala: “Si avverte, che da oggi 1 settembre il direttore dell’Effemeride si è trasferito a San Giovanni e Paolo, Calle delle Moschette, n. 6614, Venezia” [da III, n. 1-2 (1-15 giugno 1872)] Direzione: SS. Giovanni e Paolo, Barberia delle Tavole n. 6650 [da III, n. 17-18-19 (1-15 marzo – 1 aprile 1873)] Direzione: S. Eustachio, calle Tron, corte Dandolo n. 1958

Numero pagine

Varie (da 10 a 62)

Formato

23,7x17

Prezzo

s.i.p. [da III, n. 1-2 (1-15 giugno 1872)] Cent. 40 (16 pagine), cent. 80 (32 pagine), a.a. £. 6

Periodicità

Quindicinale [da II, n. 3-4] Mensile

Organi direttivi

Gerente responsabile: Paolo Cortivo [da I, nn. 19-20 (15 marzo-1 aprile 1871)] Gerente responsabile: Antonio De Cecco di Giovanni; direttore: A. [ntonio] G. R. [enganesky]; gerente responsabile: Antonio De Cecco di Giovanni

Firme e collaboratori

Antonio G. Renganesky (anche A.G.R.) è l’autore di tutti gli articoli.

Profilo storico editoriale

Si tratta di quindicinale cattolico integralista, fortemente antimassonico e antiliberale. In ogni numero il periodico tratta di argomenti d’attualità o più propriamente storici relativi alla storia della Chiesa, sempre con forte spirito polemico antilaicista e antimassonico. Poiché nella collezione consultata non è conservato il primo numero e l’editoriale di presentazione, si è cercato qui da dare una sommaria indicazione del profilo editoriale del periodico, attraverso alcuni esempi. Secondo il direttore nel XIX secolo si sta assistendo a una lotta senza esclusione di colpi tra cattolici da una parte e liberali e massoni dall’altra. Renganesky individua il momento di svolta nella rivoluzione francese. Per esempio, sul n. 10 (15 ottobre 1870), primo numero dopo la presa di Roma, nella rubrica Sulle Offerte alla gloriosa povertà del sommo Pontefice prigioniero si legge: “Consumato il mistero d’iniquità, il mondo cattolico assiste anche una volta allo spettacolo del Vicario di Gesù Cristo, caduto in potere della Società Massonica; di quella scuola cioè, che mira incessantemente ad annientare il Vangelo per intronizzare in sua vece le teorie dell’Ottantanove. Quanta serietà e verità può sussistere nelle guarentigie che una setta anticristiana offre al Pontefice. Esse certamente valgono quanto ogni promessa di chi ha il diavolo a padre”. Rivolgendosi “ai miei Signori associati”, il direttore li invita a “protestare contro la compiuta invasione: dolori sterili non li ammetto” e li invita a versare un obolo a favore del pontefice, anche rinnovando le sottoscrizioni all’effemeride… Un altro significativo esempio lo si trova nel n. 21 (15 aprile 1871): “il codice massonico dei pretesi diritti dell’uomo è promulgato, e subito chi ha sana la mente si accorge che s’intima la resa al Vangelo (…) Ah! Se la Massoneria non fosse il flagello che Dio adopra da un secolo per castigo del mondo traviato e pertinace nel traviamento, dopo il novantatre non vi sarebbe stato un sol uomo che avesse ignorato, la civiltà di tal setta doversi esecrare pi di qualsivoglia barbarie (…) Dio, dio, io non griderò che l’esistenza di simil genìa sia un misfatto che accusi la vostra provvidenza; ma credo fermamente che il suo eccidio sarà la più splendida glorificazione dell’onnipotenza vostra e delle antiche misericordie”. Analoghi toni si leggano nel n. 14-15 (15 gennaio e 1 febbraio 1872): “la Frammassoneria, esercito visibile dell’inferno, ne’ suoi disegni sacrileghi partecipa naturalmente alla diabolica stoltissima pertinacia. (…) la parte più intelligente della setta si chiuse alquanto in tenebroso raccoglimento; simulò di cedere, rinunziò alle sue particolari denominazioni, trasformò il suo programma, e dette alla luce quel capolavoro che è la così detta scuola liberale. (…) Ed ecco l’inesorabile teoria cattolica opporre, che l’uomo religiosamente purificato non può cospirare né contro l’ordin sociale, né contro il politico; ed allora i Liberali, o dicono che l’uomo non deve emendarsi, e salteranno a piè pari nel socialismo; od ammettono che rivoluzioni non debbano avere più luogo, ed allora abdicheranno nelle nostre mani; è ciò è quello che loro desidero, quantunque contra spem, per la tranquillità del mondo, per la pace della Chiesa e a maggior gloria di Dio”. Non mancano neanche le critiche aspre ad altri giornali cattolici, come nel caso della accuse mosse al “Buon Senso. Periodico Cattolico liberale” nel II, n. 10-11 (1 e 15 novembre 1871) e n. 12-13 (1 e 15 dicembre 1871). Numerosi sono gli articoli che prendono spunto da interventi pubblicati in altri periodici, soprattutto di area veneta e dalmata.
“Questa effemeride oggi entra nel suo terzo anno di vita, e perciò dovrei, giusta il consueto, discorrere alquanto sul suo passato relativamente al vasto campo d’azione dell’avvenire. Se non che, or più che mai fervendo la pugna, sol una cosa è necessaria, accorrere dove maggior si presenta il pericolo; onde nello stesso parlar che farò del tempo che fu, non posso perder di mira il presente in riguardo ancora di quello che si prepara. (…) Il mio periodico non è organo di alcuno; serve alla verità soltanto, e nobilmente; onde parole d’ordine non può e non deve avere giammai. Io sto al servigio di tutta la Chiesa insegnante: sono però sicurissimo che ogni revenrendissimo Prelato che mi conosce, e ve n’è davvero un gran numero, non esigerà da me se non quello che può adempiere il gentiluomo, il pubblicista cattolico, l’uomo che rispetta sè stesso. Non si deve mai dimenticare ch’io prendo le cose sul serio. Dopo queste osservazioni è inutile dire che il terz’anno dello Zelo Cattolico corrisponderà rigorosamente al suo Programma. L’empietà massonica, infiorata col nome curioso di Liberalismo sarà combattuta ad oltranza: ai traditori della conciliazione poi non si darà quartiere, a qualunque gradazione appartengono. (…) Il Liberalismo però non solo è sempre inclinato a mentire, ma riconosce dalla sola menzogna tutto l’effimero prestigio, che ottiene presso gli scioli! E vi saranno Cattolici, che predicheranno la conciliazione della Chiesa con simil setta? Ah! Troppo essi meritano che si piombi su loro con tutto il peso della verità per isloggiarli dal rifugio dell’ipocrisia, e mostrarli al popolo per quello che sono, cioè sepolcri imbiancati come i loro clienti, pieni soltanto di fetore e sozzura”, A.G.R. [A.G. Renganesky], Il passato anno secondo dello Zelo Cattolico, III, n. 1-2 (1-15 giugno 1872), pp. 3-20. Nello stesso numero, in seconda pagina, è pubblicata un’ode a Pio IX “pontefice ottimo massimo/duce infallibile/re invitto/ che de’ socialisti sprezza la ferocia/ e dei liberali resiste alle insidie/ con magnanimo ed irremovibile rifiuto”. Dai toni dell’editoriale viene confermata la linea politico-editoriale del periodico espressione di ambienti integralisti cattolici. Il giornale pubblica anche una rubrica sull’attività delle Società Cattoliche Popolari, tra cui la Società popolare veneziana per gli interessi cattolici, costituite, secondo il periodico, in opposizione a coloro che si richiamano “ai principali errori anticristiani del secolo, quelli che oggi s’intitolano dall’Ottantanove”, sono divulgati avvisi e comunicazioni ai cattolici di Venezia, note storiche di sovrani cattolici (Carlo VII di Spagna), necrologi, una rubrica Varietà è una rassegna della stampa cattolica veneta, una Rivista bibliografica. L’editoriale di Antonio G. Renganesky, Nè eletti nè elettori, III, n. 3-4 (1-15 luglio 1872), affronta le problematiche dei cattolici rispetto alle consultazioni elettorali, le posizioni coincidono con le gerarchie vaticane; Torna spesso sul pericolo della massoneria cfr. La società massonica pubblicata a puntate nelle annate precedenti e n. 5-6 (15 agosto – 1 settembre 1872). Per combattere efficacemente i nemici dichiarati del cattolicesimo il giornale si appella al giornalismo cattolico affinché “al veleno degli aspidi” si contrapponga “l’adamantina armatura del vero, alle tenebre della calunnia lo splendore dei fatti contrari”, “tenga ognuno le sue posizioni ed adoperi la sua strategia: ma quando si tratti di schiacciare i traditori, colti in delitto di pugnalar moralmente un Giornale cattolico, sempre e dovunque TUTTI PER UNO”, Al Giornalismo Cattolico ed ai suoi associati, III, n. 8-9-10 (1-15 ottobre 1872 – 1 novembre 1872), p. 140. Sul n. 17-18-19 (1-15 marzo – 1 aprile 1873) il direttore ricorda agli “associati ed amici” della violenta infezione che lo colpì a febbraio che fece seriamente temere la sua vita.

Supplementi

II, n. 6 (15 agosto 1871) è pubblicato il Supplemento alla piccola corrispondenza in cui il direttore Renganesky ringrazia sottoscrittori e lettori dell’Effemeride. Analogo supplemento è pubblicato anche nel n. 14-15 (15 gennaio-1 febbraio 1872) e nel n. 20-21 (1 e 15 maggio 1872).

Annotazioni

La numerazione della pagine e dei fascicoli è continua per annata. Pur mantenendo l’indicazione “si pubblica due volte al mese”, dal II, n. 3-4 esce con cadenza mensile in numero doppio. In prima pagina talvolta sono presenti citazioni contrarie alla massoneria e al liberalismo; soprattutto nella prima annata ricorre spesso: La società massonica. Popule meus, qui te beatum dicun, ipsi te decipiunt, et viam gressuum tuorum dissipant (Is. C. III. v. 12). Di presente quello ch’io veggo più chiaro, si è la barbarie d’Europa, ed innanzi alla barbarie il disertamento. La terra, dove sarà passata la civiltà settaria sarà maledetta: sarà la terra della corruzione e del sangue (Cortes, lettera a mons. Gaume).

Reperibilità

Biblioteca Querini Stampalia; Biblioteca Universitaria - Padova

Collocazione

Bqs: Per. G 50
BuPd: Collez. Riv. 180 A 1-2

Consistenza

Bqs: III, n. 1-2 (1-15 giugno 1872) – III, n. 20-21 (1-15 maggio 1873)
BuPd: I, n.  5 (15 luglio 1870) – II, n. 20-21 (1-15 maggio 1872)

Conservazione

Buona

Studi e bibliografia

B. Bertoli, “Il Veneto Cattolico” agli albori del Movimento Cattolico veneziano, “Rivista di storia della Chiesa in Italia”, XVII (1963), n. 17.

Compilatore

Soggetti

Parole chiave

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