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Via di Roma (La)

Vita periodico

1868

Titolo

La Via di Roma

Sottotitolo

Strenna popolare per l’anno 1868

Luogo di pubblicazione

Venezia

Tipografia - Casa editrice

Tipografia del Tempo

Numero pagine

128

Formato

20,5x13,5

Prezzo

£. 1,20

Periodicità

Annuale

Profilo storico editoriale

“Noi non siamo atei, nè razionalisti, nè appartenenti ad alcuna setta religiosa, avente per simbolo o l’interesse, o la superstizione, o la intolleranza. Usi a rispettare qualsiasi opinione, purchè rispettabile, aneliamo e propugniamo virilmente la libertà di coscienza. (…) Fermi in tali principii, accettiamo la esperienza dei secoli e l’opinione della maggioranza, che asserisce e prova, qualsiasi popolo abbisognare di una religione. La migliore fra tutte, a nostro avviso, è quella di Cristo, poichè basata sul triplice cardine della civiltà e del progresso – libertà, uguaglianza e fratellanza. Noi quindi siamo con Cristo, e nostro codice è il vangelo. Ma in pari tempo siamo italiani; e in forza appunto di questa duplice qualità, vogliamo soppresse le sacrileghe aggiunte onde fu profanato il Vangelo, per mano dell’interesse e dell’ambizione; vogliamo che cessi l’usurpazione di Roma, perchè la unità di Italia si compia. I mezzi ad ottenere l’intento possono essere materiali e morali. I primi vennero più volte tentati, ma invano, perchè fummo e siamo tuttavia troppo deboli, mentre interessi dinastici, sollecitudini politiche e secolari pregiudizi furono e sono potenti ausiliari del nemico. (…) Per fare l’Italia, conviene disfare le sette, lasciò scritto un illustre italiano. Le sette politiche furono disfatte e l’Italia fu fatta, ma non compiuta. Per compierla, una sola ne resta a distruggere, la peggiore e la più forte, la setta clericale. Superstizione e ignoranza sono i suoi baluardi. Entro quelli essa tiene schiavo il credulo volgo, che brancola fra le tenebre. Mercè l’istruzione, abbattiamo quei baluardi. Impugnata la face del vero, penetriamo negli antri tenebrosi della setta; schiudiamo il libro della storia, maestra della vita, al volgo abbruttito da’ sui corruttori; strappiamogli dalla mente e dal cuore le stolte credenze; facendolo certo della presente abiezione, ridestiamo in lui i sensi della passata grandezza, e ritemprato a vita novella, noi lo vedremo levar alta la fronte, e spezzato le catene pretesche, formarne flagello fugatore i negozianti dal Tempio. Ecco i mezzi morali, onde, a nostro credere, dovremo giovarci, per rivendicare la sua Roma all’Italia! Ecco lo scopo da cui fummo animati, nell’ordire questo tenue, ma coscienzoso lavoro, cui demmo perciò un titolo, che rivela la idea…”, I compilatori della Strenna, Cosi la pensiamo, pp. III-IV.
Segue poi un romanzo di Italo Fiorentino Gli ultimi giorni della Roma papale, e una sorta di glossario o dizionario Ignoranza, superstizione e mercimonio, dove sono elencate colpe e iniquità dello Stato Pontificio, e dei Ricordi storici sul papa e il papato, cardinali, Gesuiti, Giubileo.

Annotazioni

L’uscita della strenna viene anticipata nella cronaca del quotidiano “Il Tempo”, n. 315 (6 dicembre 1867); il volume viene stampato nel 1867.

Reperibilità

Biblioteca Nazionale Marciana

Collocazione

Strenne 1038

Consistenza

1868

Conservazione

Buona-mediocre

Compilatore

Soggetti

Parole chiave

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