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Tempo (Il)

Vita periodico

1861-1890

Titolo

Il Tempo

Sottotitolo

[da VIII, n. 1 (1 gennaio 1868)] Giornale Politico Quotidiano [da IX, n. 1 (1 gennaio 1869)] Giornale Politico-Commerciale [da IX, n. 80 (3 aprile 1869)] Giornale Politico-Commerciale della Venezia [da IX, n. 209 (1 settembre 1869)] Giornale Politico-Commerciale del Veneto, officiale per gli atti della Camera di Commercio ed Arti di Venezia [da X, n. 86 (11 aprile 1870)] Giornale Politico-Commerciale del Veneto [da XVI, n. 1 (1 gennaio 1876)] Giornale Politico-Letterario-Commerciale del Veneto [da XXVIII, n. 149 (29 maggio 1887)] Giornale Politico-Ufficiale per gli atti della Camera di Commercio [da XXX, n. 69 (11 marzo 1889)] Ufficiale per gli atti della Camera di Commercio

Luogo di pubblicazione

Venezia

Tipografia - Casa editrice

Tipografia del Tempo

Sede

Ufficio del giornale: presso la Tipografia del Tempo, campo SS. Filippo e Giacomo, corte del Rosario n. 4286 (le associazioni si possono anche ricevere presso il sig. Antonino Castagnari, libraio, a S. Lio) [da VIII, n. 1 (1 gennaio 1868)] Non compare più il recapito del libraio [da XI, n. 112 (11 maggo 1881)] Ufficio di amministrazione e redazione: S. Lio, calle Tasca 5394-5395

Numero pagine

4 (a volte 2)

Formato

55,5x41,5

Prezzo

Cent. 10 (arretrato cent. 20), a.a. £. 28, a.s. £. 15, a.t. £. 8 (per i paesi esteri più le relative spese postali) [da VII, n. 156 (1 luglio 1867)] Cent. 10 (fuori Venezia cent. 12, arretrato cent. 20) [da VIII, n. 90 (1 aprile 1868)] Tutto medesimo solo per l’Austria a.t. fior. 6 poi 5, a.s. fior. 11, a.a. fior. 20 [da IX, n. 209 (1 settembre 1869)] Si aggiunge a.a. per la sola parte commerciale £. 12, a.s. £. 6 [da XVII, n. 1 (1 gennaio 1877)] Cent. 5 (nel Regno cent. 7, arretrato cent. 10), per Venezia all’ufficio a.a. £. 14,40, a.s. £. 7,20, a.t. £. 3,60, a domicilio a.a. £. 18, a.s. £. 9, a.t. £. 4,50, nel Regno a.a. £. 24, a.s. £. 12, a.t. £. 6 [da XXVIII, n. 67 (8 marzo 1887)] Cent. 5 (arretrato cent. 10), per Venezia all’ufficio a.a. £. 15, a.s. £. 7,50, a.t. £. 4, a domicilio a.a. £. 18, a.s. £. 10, a.t. £. 5, nel Regno a.a. £. 24, a.s. £. 12, a.t. £. 6, estero a.a. £. 36, a.s. £. 18, a.t. £. 9 [da XXX, n. 90 (1-2 aprile 1889)] Cent. 5 (arretrato cent. 10), all’ufficio a.a. £. 15, a.s. £. 7,50, a.t. £. 4, Venezia e Regno a.a. £. 18, a.s. £. 9, a.t. £. 5, estero a.a. £. 36, a.s. £. 18, a.t. £. 9

Periodicità

Quotidiana (tranne la domenica)

Cronache locali

Si

Pubblicità

Si

Organi direttivi

Direttore: Antonio Antonaz; gerente responsabile: Celeste Azzano [da VIII, n. 1 (1 gennaio 1868)] Gerente responsabile: Celeste Azzano [da VIII, n. 75 (16 marzo 1868)] Gerente responsabile: Jacopo Stude [da VIII, n. 164 (20 giugno 1868)] Gerente responsabile: Agostino Creva [da IX, n. 33 (8 febbraio 1869)] Redattore responsabile provvisorio: Carlo Zane [IX, n. 80 (3 aprile 1869)] Direttore-proprietario: dott. Roberto Galli; redattore responsabile provvisorio: Carlo Zane [da IX, n. 91 (16 aprile 1869)] Direttore-proprietario: dott. Roberto Galli; redattore responsabile provvisorio: G. Stude [da IX, n. 92 (17 aprile 1869)] Direttore-proprietario: dott. Roberto Galli; gerente responsabile: Giacomo Stude [da X, n. 153 (28 giugno 1870)] Direttore-proprietario e gerente responsabile provvisorio: dott. Roberto Galli [da X, n. 195 (16 agosto 1870)] Direttore-proprietario: dott. Roberto Galli; gerente responsabile: Giovanni Zanon

Organi redazionali

[da XXX, n. 69 (11 marzo 1889)] Redattore capo: G.E. Nani; redazione: dott. Enrico Usigli, Amilcare Baviera, dott. Angelo Ricchetti, Alberto Jona (parte commerciale) (notizie ricavate da un trafiletto pubblicato nelle pagine di cronaca)

Firme e collaboratori

Gaetano Sanvittore, Augusto Tironi, Gustavo Nirito, Enrico Castelnuovo, Lauro Bernardi, T. Aretusi, G.S., Ypsilon, D. Giuriati, Dr. Giuseppe Bianchetti, Avv. Michele Costi, Elisa Ziliotto, N. Foramiti, Petrucelli della Gattina, Ing. Vincenzo Manzini, Ing. Consiglio Fano, B. Lanza, Pierviviano Zecchini, F. Dall’Ongaro, Prof. Alessandro Bazzani, Benedetto Zenner, A.A., [Isidoro Antonaz cronista], Luigi Fichert, Gio. Della Bona, Avv. Jacopo Mattei, Dr. Carlo Salvadori, C. Leoni, Pietro Fanfani, Antonio Bonaldi, G. Siotto Pintor, Jacopo Mattielli, dott. G.B. Mattioli, F. Albanese, dott. Jacopo Gera, dott. Roberto Galli, Gaetano Oliva, Michele Caffi, Ugo Bassani, G. Namias, G. Lazzari, Fortunato Novello, dott. Giacomo Carli, Alberto Mario, P. Mantegazza, G. Lazzaro, Michele Lessona, Anna Mander-Cecchetti, Luigi Morossi, Avv. Giuseppe Bernardi, A. Dall’Acqua Giusti, L. Seguso, G.G. Alvisi, Angelo de Todesco, Avv. Annibale Callegari, Federico Gabelli, G. Piermartini, S.E. Barrera (poi Barera), C. Tommasi, G.B. Varè, Ing. E. Giarola, A.R. Levi, Tullio Martello, Nicola Fabrizi, Pietro Roi, Francesco Fapanni, Gino Sarfatti, Vittorio Salmini, Luigi Farlatti, C.U. Posocco, prof. Antonio Ronzon, Alessandro Marin, Gabriele Rosa, Medoro Savini, Gustavo Bucchia, Alessandro Rossi, F. Fappani, Alessandro Pasqualigo, F. Giarelli, Giuseppe Costantino Nardi, Giovanni De Castro, Alga Marina, Ferruccio Macola, Piero Povero, G.A. Leis, M. Guggenheim, Avv. Enrico Ferri, Giovanni Nardi, Leone Carpi, Un veterano di Marghera, E. Antonibon, Domenico Sampieri, Angelo Ricchetti, Raffaello Giovagnoli, G. Nani (anche G.N.), Paolo Tedeschi, Luigia Codemo

Profilo storico editoriale

La pubblicazione, fondata nel 1861 a Trieste dai fratelli Antonio e Giovanni Antonaz, venne trasferita a Venezia 1867. Il giornale, espressione della sinistra storica, si connota come un quotidiano di cronaca ed informazione, molto attento alle vicende di politica nazionale (frequenti sono i resoconti delle sedute della Camera dei Deputati) e internazionale (numerose sono le corrispondenze dall’estero), con una  cronaca cittadina particolarmente accurata e dettagliata (con stralci del consiglio comunale e dei processi), qualche volta vi sono anche notizie di cronaca provinciale e regionale, notizie commerciali e economiche (in terza pagina) assieme a dati e informazioni sui mercati, le borse, la navigazione mercantile, e qualche recensione bibliografica;  nel taglio basso della prima pagina spesso vengono pubblicati racconti d’appendice. Fin dai primi numeri manifesta una forte attenzione anche problemi cittadini (come l’approvvigionamento dell’acqua potabile, le riforme urbanistiche, l’acquedotto, la ripresa dei traffici marittimi, lo scavo dei rii). La struttura editoriale risulta essere la seguente: la prima pagina generalmente è riservata all’informazione e attualità politica (nelle rubriche Lettere politiche o Lettere da Firenze o Lettere parlamentari) e nella rubrica Cronaca politica, che esprime la posizione del giornale, Carteggi particolari, nella parte bassa oltre al racconto compare la rubrica Cronache giudiziarie (che segue anche in seconda); la seconda pagina è dedicata alle Notizie italiane, Notizie estere, Gazzettino della città; in terza pagina: Ultime notizie, Ultimi dispacci, Commercio. Sul n. 2 (2 gennaio 1867) viene ricordato ai lettori che il periodico ha aderito al programma di Diritto, elaborato dai deputati della sinistra, esprimendo tuttavia delle osservazioni che non sembrerebbero essere state recepite: “sentiamo più che mai vivo il bisogno che tutto il partito liberale, progressista fosse unito, concorde, compatto, per affrontare e vincere il partito che che s’appella conservatore, ed è composto delle varie consorterie, che trascinarono l’Italia sull’orlo del precipizio politico ed economico”. Insoddisfazione viene manifestata per lo scarso cambiamento e il sostanziale mantenimento della legislazione e delle istituzioni precedenti, cfr. I deputati veneti e il giornalismo italiano, VII, n. 3 (3 gennaio 1867), e Unificazione delle imposte, VII, n. 8 (9 gennaio 1867). Diversi articoli e contributi manifestano posizioni decisamente anticlericali, cfr. La libertà e la chiesa, VII, n. 32 (6 febbraio 1867), e Le elezioni e i clericali, VII, n. 59 (9 marzo 1867), che per il 1867 sembra essere il vero motivo politico dominante, proseguito anche nel 1868 con il cambiamento del gerente, cfr. Stato e chiesa, VIII, n. 97 (8 aprile 1868). Nel gennaio-febbraio 1867 è il ministro Scialoia ad essere spesso il bersaglio delle critiche. Nel mese di marzo ampio spazio è dedicato ai risultati elettorali, appoggiando nei ballottaggi le candidature di Maldini, Fambri e Rocca. L’arrivo di  di Garibaldi a Venezia è seguito con molta attenzione, cfr. VII, n. 50 (27 febbraio 1867) e numeri successivi. Un avviso pubblicato su n. 166 (1 luglio 1867) avverte i lettori che il tribunale ordinò il sequestro del giornale di ieri per l’inserzione di una lettera di Garibaldi, furono però sequestrate le poche copie della redazione le altre erano già state tutte smaltite (nei numeri successivi si ricorda che altri giornali italiani invece non ebbero nessun sequestro). Per le elezioni amministrative del luglio 1867 il giornale propugna una coalizione dei liberali in opposizione “ai clericali che vorrebbero imbrigliata la vita, il progresso della nazione; vorrebbero il papa-re, la tirannide interna, la restaurazione del passato, non esclusa forse la invasione straniera”, sul n. 179 (24 luglio 1867) viene pubblicata la lista dei candidati al consiglio comunale sostenuti dal giornale e dai “confratelli” “Corriere della Venezia” e “Il Rinnovamento”. La “Questione romana” resta sempre al centro delle attenzioni nel 1867; sul n. 257 (10 ottobre 1867) viene divulgato un appello in favore del comitato per gli insorti Roma capitale (il secondo sottoscrittore è Swift esponente di spicco dell’anticlericalismo veneziano), vicende che saranno al centro nelle settimane seguenti Mentana. Nel salutare il 1867 il giornale ricorda che “il 1867, in cui fu inaugurata a pieno l’era della libertà, molto promise al benessere intellettuale, morale e materiale del nostro paese, ma poco o a ci diede”, delusione e amarezza che saranno ribadite nel primo numero del 1868 (“situazione al principiar del 1868, ci presenta più buia e più triste che non fosse al principiar del 1867”). Interessante l’articolo La stampa in Italia, VIII, n. 59 (29 febbraio 1868), dove si denuncia una “stampa italiana malata di consunzione”, tra le cause: 1) “la nostra giovanissima, quasi puerile età, come popolo risorto a coscienza di vita dopo un sonno secolare nelle catacombe che ci avevano murate sovra la testa i nostri tiranni laici e sacerdotali”; 2) la stampa periodica italiana è troppo sparpagliata, “troppa per l’esiguo numero di lettori che si ponno avere, detraendo dalla cifra della popolazione quell’enorme numero di milioni d’analfabeti che tutti sanno”; 3) confinati “entro la brevissima periferia periferia regionale, provinciale o municipale”. La prima pagina del n. 80 (21 marzo 1868) è dedicata interamente al ritorno delle ceneri di Manin (con odi di F. Dall’Ongaro e Alessandro Bazzani). Nel settembre-ottobre 1868 una serie di editoriali pubblicati in prima pagina affrontano la questione dei sequestri; altro tema particolarmente sentito è quello dell’istruzione. Forte delusione viene manifestata per le elezioni amministrative del novembre 1868. Nel presentarsi al 1869 il giornale – n. 315 (14 dicembre 1868) – si definisce “organo interprovinciale rendendosi interprete dei bisogni e dei desideri delle diverse provincie, espressione dei loro mutui interessi ed intermediario dei loro rapporti con lo stato. Si occupa in principialità degli interessi economici, agricoli, commerciali così nei riguardi speciali della Venezia come nei riguardi generali d’Italia. (…) Per soddisfare a tale intento si prefigge di aumentare in ispecie il bollettino commerciale giornaliero con copiose notizie, e di dare una estesa rivista settimanale. (…) Le alte questioni di pubblico interesse da questo giornale mai sempre sostenute, la sua assoluta indipendenza, le adesioni che s’aumentano costantemente intorno ad esso, gli sono arra per nutrir fiducia di trovare anche presso l’onorevole ceto commerciale di questa città appoggio e favore. Pubblica nell’Appendice scritti di amena lettura, come romanzi, racconti, novelle, ecc. di distinte penne italiane. Le notizie politiche vengono diffuse colla massima sollecitudine”, è un profilo veritiero anche se alla politica viene dedicato più spazio. Sul n. 30 (4 febbraio 1869) il giornale appoggia le rivendicazioni di 400 ufficiali veneti impegnati nel 1848-49 non riconosciuti dallo stato italiano. Un avviso dell’amministrazione, pubblicato su IX, n. 70 (23 marzo 1869), annunzia l’acquisto del giornale da parte del dott. Roberto Galli, comunicando che non vi saranno mutamenti sostanziali, e che il programma politico sarà al più presto divulgato. Il lungo editoriale Le nostre idee, IX, n. 80 (3 aprile 1869) a firma del direttore e proprietario Roberto Galli, è una sorta di manifesto programmatico dove, tra l’altro, si ricorda che lo “scopo supremo è perciò fare degli uomini, educare degli italiani; ispirar loro la confortante coscienza della efficacia individuale e della comune solidarietà; persuaderli che non si può senza vergogna subir il male e non sforzarsi a guarirlo; nè senza pazzia fondar l’edificio della libertà cominciando dall’alto, voler tributare al pubblico prosperità quando intorno a sè sta la miseria. Seguendo tale concetto, è facile comprendere, e speriamo apprezzare, il perché noi, pur tenendo nel conto dovuto e già dichiarato gli interessi generali, intendiamo del nostro far il giornale della Venezia, restringendo l’azione, non scemandola, facendola cioè potentemente servire agli intenti rispetto ai quali può essere più fruttifero il suo intervento diretto. (…) Riguardo ai principii, noi confidiamo soltanto nella libertà, che, invano cancellata dal cuore degli uomini, si vorrebbe poi togliere dal governo del mondo, mostrando figlie di troppa libertà quelle turbolenze e pericoli, quelle privazioni ed affanni che sono effetti di libertà incompleta. Che la si innalzi e distenda, che illumini intero l’orizzonte, e l’ombra projettata del male disparirà da se stessa. Ma come sono due volontà, la individuale e la universale, così sacre del pari, sono due le libertà, la privata e la pubblica. Ora, noi vogliamo rilevare l’autorità, espressione della volontà generale, col proteggere la libertà privata, diritto naturale del cittadino. Vogliamo quindi unicamente e inviolabilmente lo Statuto, come vogliamo l’abolizione delle eccezionali, delle pene arbitrarie, delle coazioni preventive. Dopo ciò, poste avanti a noi o cattivee o buone che sieno, le nostre idee, importerebbe conoscere il nostro nome, e quali uominici stieno appresso? Risponderemo che, rappresentando un principio, ci uniamo a un partito. Sì, ci uniamo a un partito. In governo rappresentativo, è continuo il conflitto, ed ogni forza distinta lotta da se a tutta possa, onde non v’ha luogo a indifferenza. (…) Ci uniamo a un partito. La rivoluzione dopo tanto patire e tanto sangue, potrebbe, a redini abbandonate, avventarci nell’incognito; la consorteria, recalcitrante, deprimere i caratteri e l’’intelligenze, asservire le anime: ambedue coll’empirismo e il caporalismo porterebbero a sciagurate reazioni. Noi vogliamo vinta la consorteria non coll’incantenarla, ma col destare la coscienza d’uomo, col riverire e vigilare il potere; vogliamo vinta la rivoluzione non col reciderne i frutti, ma col renderla superflua, coll’assicurare a tutti i vantaggi sociali per cui sorgerebbe a combattere. Pur facendo parte della maggioranza, noi lasciamo dunque coloro che il cui programma è aspettare e preparare, per mettersi tra chi assunse a divisa il progresso e le riforme, persuasi che al progresso è pur necessaria la conservazione, come per innalzar un edificio è necessario, sotto la seconda pietra, lasciar la prima che serve di base. Noi ci uniamo a un partito; epperciò lontani dalla fazione che, serrata in angoli acuti, patria, libertà, indipendenza, trova solo in se stessa e ne’ suoi, come è naturale dei partiti, stendiamo la mano a coloro stessi che altre volte ci fossero stati avversari politici, affine più numerosi e più forti, combattendo ogni ostacolo, mostrare che comprendiamo la libertà, che siamo degni di possederla, che sapremo costituirla e conservarla”. Un avviso pubblicato sul n. 205 (27 agosto 1869) annuncia che il giornale dal 1 settembre diventa “giornale officiale per gli atti della Camera di Commercio ed Arti di Venezia” a cui è dedicato la terza pagina, sodalizio, tuttavia destinato a consumarsi nell’aprile dell’anno seguente. Sempre nel corso del 1869 frequenti sono gli articoli contro l’accattonaggio, i girovaghi, la questua e per il decoro della città. Con l’ingresso di Galli i toni anticlericali sembrano smorzarsi, mentre si rinnova l’appoggio alla sinistra contro i moderati al governo che finché sarà nelle loro mani “è condannato allo scredito, conseguenza fatale della sua amministrazione” ed “è vano sperare di vedere migliorare le condizioni della finanza e del credito finché le condizioni politiche del governo non mutino”, cfr. Le censure al progetto di sinistra, X, n. 116 (16 maggio 1870). Nell’estate del 1870 si accende una forte polemica con il quotidiano “La Venezia” e il suo direttore Paolo Fambri: “un giornale di Venezia senza fede e senza principii: strumento un giorno della tirannide austriaca, oggi merce venduta alla consorteria dominante; osa alzare la voce contro di noi perchè difendiamo imperturbabili il trono e lo statuto, la libertà e l’ordine, colla forza della indipendenza e col coraggio della libertà. Si, noi siamo demolitori. Tutti i nostri sforzi tendono a distruggere quella casta prepotente di ambiziosi speculanti, che anteponendo se stessi alla nazione, scalzano colla ipocrita menzogna le basi della monarchia e ne compromettono la esistenza. Noi siamo demolitori, e tutta la nostra opera è rivolta ad abbattere il vitello d’oro della consorteria che gli eretici del patriottismo vogliono innalzare fra il popolo e il re, calcando l’uno e l’altro e facendosi ambedue sgabello ad una dominazione la quale comprometterebbe la quiete del paese e il suo onore anche a costo di ricondurlo sotto i caduti stranieri”, X, n. 158 (4 luglio 1870), polemica che continuerà anche nei numeri successivi culminante in un’aggressione del Fambri a Galli. Nell’estate 1870 grande spazio al conflitto franco prussiano (che viene aggiornato anche con la pubblicazione di grandi carte geografiche) criticando più volte l’indecisione del governo italiano di andare a Roma (divulgando le numerose manifestazioni di piazza), naturalmente plaude quando si decide l’intervento e la presa di Roma promuovendo sottoscrizioni in favore delle famiglie dei caduti. Da questo momento inizia il dibattito sulla collocazione del Vaticano e i rapporti tra stato e chiesa, sollecitando un veloce trasferimento della capitale a Roma. In occasione delle elezioni politiche del novembre 1870 attacca spesso gli altri giornali cittadini (soprattutto il “Rinnovamento”, “La Gazzetta di Venezia”, ma anche “La Stampa”) sostenendo la candidatura di Maldini (con Ruffini e Varè) contro Fambri che viene sconfitto, successivamente gli altri due saranno sconfitti al ballottaggio. Sui n. 313 (31 dicembre 1870), n. 1 (2 gennaio 1871) e n. 2 (3 gennaio 1871) viene pubblicata una cronaca dell’anno divisa per mese. Nel maggio-giugno 1871 ampio spazio viene dedicato alle vicende dell’internazionale e ai movimenti operai, cfr. La questione sociale, XI, n. 181 (31 luglio 1871). Dopo la presa di Roma il giornale manifesta più attenzione e interesse ai problemi economici della città e alle questioni internazionali. Sul n. 172 (20 luglio 1871) viene pubblicata la lista dei candidati alle elezioni amministrative (Pietro Ziliotto, Antonio Dall’Acqua Giusti, Giovanni Bizio) esprimendo una forte delusione per i risultati elettorali. Sul n. 62 [ma 64] (14 marzo 1872) viene pubblicato un necrologio a tutta pagina di Alberto Mario per la morte di Mazzini. Dalla metà del 1872 si nota una ripresa delle tematiche anticlericali; interessante l’articolo sempre a firma di Alberto Mario (sotto forma di lettera al direttore) su La repubblica federale, pubblicato a più riprese sui n. 224 (14 settembre 1872), n. 225 (16 settembre 1872), n. 227 (18 settembre 1872), n. 229 (20 settembre 1872), n. 230 (21 settembre 1872), anche altri articoli dello stesso Mario nel 1873. Sul XIII, n. 48 (25 febbraio 1873) viene pubblicato un interessante Verbale dell’adunanza dei democratici del Veneto tenutasi a Padova il 17 novembre 1872 con ordine del giorno: 1) Sul programma della Veneta Democrazia, 2) Sui modi di diffonderlo e attuarlo. In occasione delle elezioni amministrative dell’estate del 1874 viene riproposta (come già era successo nel 1872) l’alleanza tra “Il Tempo”, “La Stampa”, “Il Movimento”, “Il Rinnovamento”, l’Associazione Veneta di Pubblica utilità per sostenere una lista unica contro il “partito retrivo”. Sul n. 181 (31 luglio 1874) si informa del mancato sequestro del n. 179 per aver pubblicato il testo di una pastorale dell’arcivescovo di Parigi, sequestro che viene contestato perché non è avvenuto entro le 24 ore, inoltre i giornali “La Gazzetta di Venezia”, “Il Rinnovamento” e “Il Veneto Cattolico” che pure la pubblicarono non furono sequestrati (adombrando una regia occulta del partito romano clericale), ma in seconda pagina una rettifica comunica che anche questi periodici subirono il sequestro. Sul n. 193 (14 agosto 1874) viene pubblicato il Manifesto elettorale della nuova sinistra. Sul n. 223 (17 settembre 1874) in prima pagina Galli comunica il sequestro del giornale subito il giorno precedente, si rivolge al procuratore del re chiedendo i motivi del sequestro per la pubblicazione di alcuni articoli già pubblicati in altri giornali italiani. Nel corso del 1874 è Minghetti ad essere il bersaglio politico del giornale si veda, ad esempio, La piccola politica, XIV, n. 255 (24 ottobre 1874). Dal 1875 viene rivista l’impostazione editoriale affidando a Ferdinando Ullmann, già direttore del “Movimento Commerciale”, la parte dedicata al commercio. Il n. 66 (19 marzo 1875) viene sequestrato per aver pubblicato documenti dell’Associazione politica del progresso, mentre un articolo di Galli, pubblicato sul n. 68 (20 marzo 1875), viene censurato. Ampio spazio è dedicato all’inaugurazione del monumento a Manin. Dal n. 120 (21 maggio 1875) si inizia a pubblicare il progetto di legge sulla riforma della stampa proposto da Crispi elogiato come il miglior progetto “dal 1848 in poi”. Segue con attenzione la crisi ministeriale del 1876 plaudendo il nuovo ministero Depretis, cfr. Tra il vecchio e il nuovo, XVI, n. 78 (31 marzo 1876), e la riforma sulla tassa del macinato Provvedimenti per il macinato, XVI, n. 83 (6 aprile 1876). Il n. 247 (14 ottobre 1876) è interamente dedicato al discorso di Stradella di Agostino Depretis, condiviso fortemente dal giornale, assieme alla cronaca relativa al viaggio di Depretis nel Veneto. Per le elezioni viene pubblicato un appello congiunto con la direzione de “L’Adriatico”, elogiando a vittoria della sinistra. Nel corso del 1877 riprende anche la campagna per la costruzione della nuova stazione marittima e il porto franco. In occasione delle elezioni amministrative del 1877 il giornale si astiene dalla competizione cfr. La condotta del “Tempo”, XVII, n. 163 (6 luglio 1877). Dal n. 190 (8 agosto 1877) si iniziano a pubblicare in prima pagina gli elenchi dei caduti per la difesa di Venezia 1848-1849. gennaio 1879 spazio al congresso dei Progressisti che si tenne a Venezia. L’editoriale La confusione, XIX, n. 280 (19 novembre 1879), esprime delle critiche nei confronti dei maggiori esponenti della sinistra (particolarmente Depretis) in occasione delle dimissioni rassegnate da Cairoli (leggero allontanamento), posizione che diventerà lampante nell’editoriale Il Ministero, XX, n. 101 (29 aprile 1880) e ancora di più in Lo scioglimento, XX, n. 104 (3 maggio 1880), dove Cairoli e Depretis sono accusati di aver ordito “un piccolo colpo di stato” “per conservarsi al potere”. Il giornale cerca di riunire le fila della sinistra e del fronte progressista iniziando dal Veneto, proponendo una coalizione unita per le attuare le riforme iniziando dall’abolizione della tassa sul macinato, cfr. Nel sepolcro, XX, n. 117 (18 maggio 1880), aprendo, assieme all’Associazione per il Progresso di Venezia, anche il dibattito sul suffragio universale. Il n. 68 (22 marzo 1882) viene dedicato all’inaugurazione del monumento a Tommaseo. La scomparsa di Garibaldi viene comunicata in prima pagina a caratteri cubitali sul n. 127 (3 giugno 1882), anche i numeri seguenti, segnati a lutto, sono tutti dedicati a commemorare la figura, le gesta e la vita del condottiero. In occasione delle elezioni generali compare una scritta dopo il sottotitolo “Elezioni generali – Difesa del lavoro e Giustizia ai lavoratori”. Nell’aprire il XXIII anno (1883) il giornale si rivolge ai lettori ricordando agli agricoltori e industriali che il giornale “ha per programma la protezione del lavoro nazionale, perché nella prosperità sta la forza” agli operai e contadini “il miglioramento civile, economico degli uomini che lavorano, perché nella giustizia sociale sta la feconda tranquillità dello stato”, ai cittadini d’ogni partito ricorda che “indipendente, che non ha mai mutato bandiera, che ha propugnato gli interessi del Paese”; sempre con più frequenza si inizia a parlare di trasformismo, cfr. Trasformismo politico, XXIII, n. 34 (8 febbraio 1883). Il n. 41 (16 febbraio 1883) listato a lutto per la morte di Wagner, mentre la prima pagina del n. 304 (19 dicembre 1883) è dedicata all’inaugurazione del monumento a Carlo Goldoni. La scomparsa di Giambattista Varè viene ricordata nel n. 95 (22 aprile 1884) e nei fascicoli successivi. Nell’estate 1884, con la segnalazione di alcuni casi di colera alla Giudecca, il giornale ripropone la sua attenzione per le condizioni igieniche e abitative della città (dove esistono ancora numerose stalle con vaccini), cfr. Provvedimenti sanitari, XXV, n. 191 (9 agosto 1884), e L’igiene, gli operai e gli esempi di Venezia, XXV, n. 241 (2 ottobre 1884). Il giornale continuerà questa impostazione dedicando ampio spazio alle vicende politiche nazionali, internazionali (nel 1885 le corrispondenze dall’Africa saranno pubblicate nella rubrica Il Tempo in Africa) e alle informazioni di cronaca cittadina.

Supplementi

Supplemento straordinario, 10 febbraio 1867, cent. 5, dedicato al divieto della Questura di una manifestazione indetta dal Circolo patriottico contro i progetti sulla libertà della Chiesa; saltuariamente escono anche dei  supplementi ai numeri pubblicati la domenica a cent. 5. Il n. 122 (24 maggio 1869) è un supplemento straordinario (1 facciata) per sottoscrivere un Prestito alla città di Venezia. Altri supplementi come al X, n. 169 (17 luglio) escono in occasione della dichiarazione di guerra di Napoleone III alla Prussia. Il n. 171 (18 luglio 1870) è un supplemento con il testo della revoca di mandato degli elettori a Paulo Fambri e altre sottoscrizioni di cittadini di Venezia, Mestre e Chioggia. Supplementi al n. 175 (24 luglio 1870) e X, n. 181 (31 luglio 1870) sempre sul conflitto franco-prussiano, in alcuni numeri sono anche pubblicate delle carte geografiche sulla guerra. Altri supplementi straordinari (pubblicati sempre alla domenica) sono editi in occasione della presa di Roma del 1870. Supplemento al n. 98 (25 aprile 1871) dedicato all’episodio dell’aggressione di Fambri (con il ricorso giudiziario). Supplemento al n. 78 (30 marzo 1872) con la difesa pronunciata da Eugenio Caluci in un processo d’infanticidio (Corte d’Assise di Udine). Supplemento al n. 164 (6 giugno 1872) su Bagni di mare di Monaco. Bagni d’estate. Supplemento al n. 119 (20 maggio 1874), Onoranze a Tommaseo, pp. 3. Supplemento al n. 82 (24-25 marzo 1889), con il resoconto della seduta pubblica della Camera di Commercio e Arti del 28 febbraio 1889. Supplemento al n. 122 (5-6 maggio 1889), rievocazione della spedizione dei Mille a cura di D. Sampieri, con l’elenco dei 187 garibaldini veneti (divisi per provincia) che parteciparono alla spedizione.

Annotazioni

Il giornale si stampa in 5 colonne, le inserzioni pubblicitarie sono pubblicate in ultima pagina. Le firme citate sono prevalentemente degli autori dei racconti, delle recensioni bibliografiche e dei necrologi. Sul n. 73 (14 marzo 1868) la terza e quarta pagina sono in bianco (probabilmente per un intervento della censura). Interessante e curioso l’annuncio nelle note tipografiche che ricorda i lettori che il giornale può essere letto gratuitamente a Londra presso uno stabilimento di unguenti e pillole. grande pubblicità a “Roma papale svelata al popolo”; ; Dal n. 97 (23 aprile 1869) appare come sovratitolo “Edizione della sera”, dal n. 212 (4 settembre 1869) viene segnalata la prima edizione (prima delle 3 pomeridiane), poi la seconda (dopo le 8 con i dispacci della sera) e, dal 1874, una terza edizione. Tutte le annate presentano errori sulla numerazione dei fascicoli, ad esempio la numerazione del fascicolo uscito il 6 aprile 1875 è errata (n. 81 invece di n. 82) che scompagina la successiva numerazione; anche nelle altre annate vi sono errori corretti manoscritti. In occasione delle elezioni 1876 (dal 16 ottobre al 12 novembre) il giornale esce a 5 cent. Dal n. 90 (15 aprile) la dimensione dei caratteri si rimpicciolisce (tranne gli articoli della prima pagina). Nelle inserzioni promozionali per l’anno 1880 si definisce “il più diffuso e più a buon mercato giornale del Veneto”. Dal 7 marzo 1881 cambiano i caratteri tipografici, cambieranno ancora dal n. 205 (26 agosto 1884) assieme alla testata. Incomprensibilmente l’anno 1884 viene segnalato come XXV invece di XXIV. Dal 4 settembre 1887 viene annunciato che il giornale uscirà anche la domenica e verrà consegnata in dono agli abbonati; dal 1 aprile 1887 il giornale torna ad essere il “giornale ufficiale per gli atti della Camera di Commercio di Venezia” (poi segnalato anche nel sottotitolo). Dal 1889 vi sono due edizioni, la prima per le province venete, la seconda per Venezia. Con il cambiamento del sottotitolo (11 marzo 1889) quello nuovo compare in alto a sinistra. Dal 17-18 marzo 1889 n. 75 si annuncia una terza edizione: la prima per la provincia, la seconda per Venezia (ore 15.00), la terza per Venezia (ore 20.00). Il 28-29 marzo 1889 si annuncia che il giornale, primo nel Veneto e secondo in Italia, ha acquistato i diritti di riprodurre il romanzo di E. Zola Il sogno.

Reperibilità

Biblioteca Nazionale Marciana; Museo Correr; Biblioteca Querini Stampalia

Collocazione

Bnm: Giorn. 2
Mc: Giorn. A 17
Bqs: Per. E 1

Consistenza

Bnm: 1882; 1887-1890
Mc: 1870; 1873; 1876-1890
Bqs: VII, n. 1 (1 gennaio 1867) – XV, n. 153 (30 giugno 1875); XVI, n. 1 (1 gennaio 1876) – XVI, n. 156 (29 giugno 1876); XVI, n. 237 (3 ottobre 1876) – XXV, n. 131 (1 giugno 1884; XXV, n. 158 (3 luglio 1884) – XXXI, n. 177 (30 giugno 1890)

Conservazione

Buona

Studi e bibliografia

N. Bernardini, Guida della stampa periodica italiana, Lecce, R. Tipografia Salentina, 1890, p. 713; F. Giarelli, Vent’anni di giornalismo (1868-1888), Codogno, Tipografia Editrice A.G. Cairo, 1896, p. 452; G. Paladini, L’opinione pubblica a Venezia nel 1870, “Ateneo Veneto”, VIII (1970), n.s., n. 1-2, pp. 141-165; A. Briganti, C. Cattarulla, F. D’Intino, Stampa e letteratura. Spazi e generi nei quotidiani italiani dell’Ottocento (Catalogo ragionato), Milano, Franco Angeli, 1996, p. 107.

Compilatore

Soggetti

Parole chiave

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