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Lavoratore (Il)

Vita periodico

1892

Titolo

Il Lavoratore

Sottotitolo

Giornale progressista popolare

Motto

“Se alcuno ti dirà che tu potrai arrivare ad un progresso qualunque altrimenti che col lavoro e col risparmio, non gli prestar fede; egli è un corruttore”, Franklin; “Il diritto non può che essere frutto che di un compiuto dovere”, G. Mazzini; “Edificare, non distruggere!”

Luogo di pubblicazione

Venezia

Tipografia - Casa editrice

Tip. Longhi e Montanari [poi] Tip. Veneta

Sede

Direzione, redazione, amministrazione: Cannaregio, Rio terrà alla Maddalena, n. 2363

Numero pagine

4

Formato

47x32

Prezzo

Cent. 5, a.a. £. 4, a.s. £. 3, a.t. £. 1 (per Venezia), a.a. £. 5, a.s. £. 3, a.t. £. 2 (per l’Italia); a. di favore: per gli operai artigiani e le Società operaie in Venezia per un anno £. 3, nel Regno £. 4

Periodicità

Settimanale

Cronache locali

Si

Organi direttivi

Direttore responsabile: Francesco Serrini

Organi redazionali

Redattore: Giovanni Fanti

Firme e collaboratori

La Redazione, Riolini Antonio (Operajo), Vostro aff. S.V., Marco Magrini (operaio), Giuseppe Zenerin, c., Il Direttore, fe., ad., La Redazione

Profilo storico editoriale

“Il programma, se non svolto, è stato già dato in sunto nella forma restrittiva che ci concedeva il tempo e lo spazio. Abbiamo cercato di far capire situazione e scopo, certi di non decampare dai principi, che ci ha suggeriti l’impulso. Le nostre idee sono state sorrette, anzi dettate dalla voce del cuore, e dal cuore non possono scaturire che sentimenti onesti, tendenti sempre allo scopo veritiero della parola e della azione, conseguenze queste imprescindibili di non contrastato suggerimento, ma di reale spontaneità d’affetto, di durevole e costante lotta fraterna, appoggiate ad un solo dilemma, ad una sola, santa ed unica causa, quella causa che non ci diede ancora la soddisfazione morale né materiale, per cui abbiamo molto affaticato senza riuscire nell’intento. Ci siamo imposti di seguire la via retta e più giusta, scevra dalle ire partigiane, come dalla ampollosa retorica, che nasconde spesse volte – sotto mal celata apparenza – la mania dell’emergere o – vorremmo ingannarci – il più ributtante cinismo. Abbiamo fisso di poterci amare, affratellare, e di discutere con calma serena ogni questione di diritto, come di consigliarci a vicenda colla medesima tranquillità, sopra ogni questione di dovere. Siamo pienamente convinti che le ribellioni e le revolverate, siano mezzi ingiusti per reclamare delle giuste esigenze, quando possa valere a priori la forma meno bellicosa e più assennata. Rivolgiamo, anzitutto, l’amore ai nostri interessi, alle nostre famiglie, al nostro prossimo (…). Non si acquistano diritti se non si adempiono doveri. La massima è rubata, ma il furto non è previsto; la legge, il buon senso, la logica, ci accordano ampie facoltà nel far nostri i suggerimenti altrui, quando la saggezza del suggeritore sia luminosamente provata. La rettitudine delle idee sposta l’attuale ambiente e scema di molto l’inerzia, che rende sempre più buio il nostro stato: vi sono uomini ancora in Italia, di non comune ingegno, e di illibata onestà, che sanno trattare – con cognizione approfondite di causa – quella missione per la quale sono incaricati. La bugiarda azione parolaia delle promesse, l’abbiamo sopportata parecchio e ci sembra nostro compito staccarci da questi apostoli che ci adulano, rovinandoci, se vogliamo al potere uomini immedesimati nel principio del progresso liberale, sicuri della loro fede e del loro mandato. (…) Educhiamo il cuore e la mente all’ideale che può realizzarsi; formiamo terreno mantenendo alto il nostro decoro; educhiamo la nostra prole all’amore verso tutti e tutto, instillando ad essa la vera religione che è base morale e d’incivilimento, tralasciando la scostumata teoria dell’improvvida falange nera che è, all’invece, sentimento foriero di male arti, di ostile carità, di turbolenta ragione. Così potremo sperare il conseguimento del nostro scopo, così saremo tutti fratelli, uniti, stretti, ad un vincolo sacro, quel vincolo che ci darà ogni nostro diritto quando avremo adempiuto con coscienza, almeno tre dei più grandi doveri: patria, famiglia, prossimo!, La Redazione, La meta del “lavoratore”, I, n. 1 (21 febbraio 1892).
Il giornale pubblica lettere e articoli dei “compagni operai, purché non ledano le persone o le istituzioni e purché corrispondenti al programma da noi e per noi dichiarato intangibile e che tale dovrà essere per ogni onesto cittadino”. Interessante la rubrica di cronaca cittadina intitolata I fatti della settimana dove vengono segnalati: incidenti di lavoro, suicidi, assassinii, incidenti casalinghi, salvataggi, ringraziamenti, richieste e suggerimenti, includendo anche una rassegna teatrale. Nel n. 2 (27 febbraio 1892) viene pubblicato un articolo, a firma di Giuseppe Zenerin, su una conferenza avente come argomento i motivi che dovrebbero spingere i lavoratori a creare una Camera del Lavoro a Venezia: “Il signor Marson (presidente Comitato Esecutivo) ha dimostrato con dovizia di argomenti, di raffronti storici e di esempi pratici, la necessità di erigere anche fra noi la Camera del Lavoro (…). Egli disse: che precipuo bene di tutti noi lavoratori sarà certamente quello di saper bilanciare, colla nostra collettività di pensiero e di azione, la potente forza del capitale-oro colla depauperata forza del capitale-lavoro. (…) Questa benefica istituzione sarà proprio il principio della fine , poiché aggregati in una sola famiglia, e guidati dalla tranquilla coscienza dei doveri compiuti, acquisteremo i nostri diritti economici senza scosse e senza provocare attriti, togliendo così ogni timore nelle classi dirigenti che l’operajo voglia sostituirsi o imporsi”. Nel n. 2 (27 febbraio 1892) vengono pubblicati i seguenti articoli: Gli ubriaconi (“L’operajo in mezzo a tanta luce di progresso, deve sentire la dignità di sé stesso, ed il frutto de’ suoi sudori e delle sue fatiche deve dividerlo colla moglie e coi bambini suoi”) e Africa italiana: hambruna in Abissinia, Appello agli operai (sulle difficili condizioni di lavoro e basso salario degli infermieri dell’Ospedale Civile), Lo sciopero delle Sigaraie (solidarietà con le 22 operaie licenziate). Nel n. 3 (6 marzo 1892) gli articoli pubblicati sono: Camera del lavoro (“fra gli altri scoppi si prefigge la organizzazione per arti e mestieri delle forze operaje, ora completamente disunite, e prive di criteri giusti ed indispensabili (…). Accessibile a tutti i lavoratori qualunque sia la loro scuola politica o religiosa”). Dal n. 2 (27 febbraio 1892) un breve spazio viene dedicato all’umorismo (“Un amico sollecitato da un creditore per il pagamento di un vecchio debito, capitale ed interesse, rispose filosoficamente: Io non ho alcun interesse a pagare il capitale. Ma l’interesse ce l’ho io! Allora è inutile che lo domandiate a me. Il creditore restò di sasso”). Nel n. 3 (6 marzo 1892) l’operaio Francesco Serrini, nell’articolo Vaporetti della S.v.L, chiede che i vaporetti non corrano nel Canal Grande durante i giorni di nebbia e non carichino più persone di quelle consentite dal regolamento, sempre nello stesso numero da segnalare l’articolo “Lo sciopero delle sigaraie”: le donne chiedono lavoro (“Gavemo boni brassi e volemo lavorar”).

Supplementi

Sul frontespizio del n. 1 (21 febbraio 1892) viene indicata l’esistenza di un supplemento, che però, nella raccolta della Baum, non è stato microfilmato.

Annotazioni

Alcune pagine sono mancanti, non vi sono immagini né disegni. Tutti i numeri sono timbrati con una data: I, n. 1 (21 febbraio 1892), data timbro 22 marzo 1892; I, n. 2 (27 febbraio 1892), data timbro 27 marzo 1892; I, n. 3 (6 marzo 1892), data timbro 31 marzo 1892. Nel frontespizio, su entrambi i lati, compare la scritta “Conto corrente della posta”. I, n. 3 (6 marzo 1892) la pagina 2 microfilmata due volte, la prima non leggibile. Nel n. 1 (21 febbraio 1892) a £. 3 viene indicato erroneamente come abbonamento trimestrale invece di semestrale. Nel n. 1 (21 febbraio 1892) sotto l’elenco dei prezzi abbonamento è segnalato che “chi riceve il presente numero è non lo respinge si ritiene abbonato”.

Reperibilità

Università Ca’ Foscari - Biblioteca area umanistica; Biblioteca Nazionale Centrale Firenze

Collocazione

Baum: Storia/MF 8
Bncf: GF.C.41.51

Consistenza

Baum: I, n. 1 (21 febbraio 1892) – I, n. 3 (6 marzo 1893)
Bncf: I, n. 1 (21 febbraio 1892) – I, n. 18 (19 giugno 1892)

Studi e bibliografia

Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano, Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano, vol. I Periodici, t. I Periodici tratti dalle raccolte della Biblioteca Nazionale di Firenze, Roma-Torino, Edizioni E.S.M.O.I., 1956, p. 460.

Compilatore

Soggetti

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