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Dovere Nazionale (Il)

Vita periodico

1914-1915

Titolo

Il Dovere Nazionale

Sottotitolo

Organo settimanale dei Nazionalisti del Veneto

Luogo di pubblicazione

Venezia

Tipografia - Casa editrice

La Gazzetta di Venezia

Sede

Redazione: c/o Gruppo Nazionalista di Venezia – Ateneo Veneto, S. Fantin, S. Marco, Venezia; gli articoli inviati per corrispondenza vanno inviati a: Redazione del Dovere Nazionale, Casella Postale 596, Venezia. Redazione filiale di Verona: c/o Gruppo Nazionalista di Verona – Palazzo Well Weiss, Corso Cavour 39, Verona. Amministrazione: c/o Rag. G. Zamatto, Via Dante 6, Padova

Numero pagine

4

Formato

54,5x41

Prezzo

Cent. 5 (arretrato cent. 10); a.a. £. 5, a.s £. 3

Periodicità

Settimanale

Cronache locali

Si

Pubblicità

Si

Organi direttivi

Direttore responsabile: Alfredo Rocco; gerente responsabile: Luigi Panarotto

Organi redazionali

Redattore capo: Gino Damerini

Firme e collaboratori

Alberto Andreoli, Mario Benedetti, Roberto Cantalupo, Gualtiero Castellini, Antonio Cippico, Arturo Colautti, Gino Damerini, Aristide Di Viarigi, Ruggero Fauro, Egidio Fracassi, Giuseppe Fusinato, Lorenzo Gigli, Giangiorgio Giorgi, Ezio Maria Gray, Gaetano Lorenzoni, Alberto Musatti, Pietro Pancrazi, Giulio Pitteri, Alfredo Pompili, Angelo Ragghianti, Alfredo Rocco, Angelo Savelli, Ugo Scandiani, Luigi Serra, Attilio Tamaro, A. Tragni, Giampiero Turati, Attilio Vaona, Alberto Zajotti

Profilo storico editoriale

Il “Dovere Nazionale”, organo dei nazionalisti del Veneto, nasce tra Padova e Venezia immediatamente prima dell’attentato di Sarajevo e accompagnerà la destra nazionale locale per tutta la prima fase dell’interventismo. L’ideatore della testata è Alfredo Rocco, docente di diritto commerciale all’Università di Padova da poco approdato al nazionalismo, ma già salutato dall’ANI come protagonista del movimento di Corradini e Federzoni. Rocco ha infatti rifondato il gruppo nazionalista patavino ed ha organizzato e ufficializzato la Federazione dei Gruppi Nazionalisti del Veneto (8 marzo 1914). Rocco intende raggiungere due obiettivi, entrare da protagonista nel Consiglio comunale di Padova e imporre le proprie idee al prossimo congresso nazionalista. Per questo ritiene utile dotarsi di uno strumento propagandistico supplementare. Non trovando a Padova l’ambiente giusto per realizzare un giornale che risponda alle sue esigenze, Rocco si sposta a Venezia, dove opera un gruppo nazionalista di spessore che conta, fra i suoi fondatori, il caporedattore de “La Gazzetta di Venezia” Gino Damerini. Il gruppo nazionalista di Venezia era nato nel 1908, per iniziativa di un gruppo di intellettuali riunitisi nella “fraglia di Ca’ Pesaro”, movimento culturale sorto in contrapposizione alla Biennale, accusata di essere poco attenta alle avanguardie artistiche dell’epoca. Il gruppo nazionalista, retto dai “sette savi” era legato a doppio filo al nuovo capitalismo imperialista capitanato da Piero Foscari e Giuseppe Volpi ed era motivato politicamente dall’irredentismo adriatico. Verso la primavera, poi, era sorto spontaneamente un manipolo di giovani patrioti, quasi tutti studenti universitari, che si radunava presso il Caffè Vittoria in Calle larga San Marco e si opponeva, anche fisicamente, ai socialisti. Il gruppetto si era naturalmente avvicinato ai nazionalisti, più moderni e aggressivi dei liberal-conservatori dominanti in città. Con l’appoggio di Alberto Musatti, presidente del Gruppo di Venezia, e soprattutto grazie alla disponibilità di Gino Damerini, il primo numero del giornale esce il 9 maggio. La tipografia è la stessa della “Gazzetta”, mentre lo stile è del tutto simile al periodico “Idea Nazionale”, organo nazionale dell’ANI. Fitta e capillare la rete di distribuzione, notevole anche l’apporto pubblicitario. Il giornale è salutato con favore ed interesse a livello nazionale ed anche la stampa locale guarda con attenzione al nuovo venuto. L’articolo di apertura del primo numero è, ovviamente, di Rocco e pone l’accento sul nome scelto per la testata: “… Or non sarebbe possibile scolpir meglio e più brevemente l’essenza della concezione nazionalista, che nella frase, in cui si compendia la nostra fede e il nostro programma, e che sarà il segnacolo delle nostre battaglie e delle nostre vittorie: il dovere nazionale. Non già il dovere liberale e democratico, che è il puro e semplice, contrattualistico e mercantile, contraccambio di un diritto sempre preminente e assorbente, ma il dovere assoluto, altruistico e non egoista, idealistico e non utilitario. Dovere, pertanto, dell’individuo di considerare sé stesso come elemento infinitamente minuscolo e transeunte di un organismo ben più vasto e vivente nei secoli: la nazione.” Il giornale spazia anche sulla politica internazionale e ha una pagina dedicata all’attività politica dei gruppi locali. Rocco ottiene entrambi i risultati: al Congresso di Milano vengono approvati tre suoi ordini del giorno che ridisegnano l’indirizzo politico del nazionalismo e, per certi versi, anticipano il fascismo; viene eletto assieme ad altri sette nazionalisti al Consiglio comunale di Padova. Il 28 giugno si tengono le elezioni amministrative anche a Venezia, dove Filippo Grimani riesce ancora una volta di farsi rieleggere sindaco, appoggiato da una forte lista conservatrice cui hanno aderito anche i nazionalisti. Ma il 28 giugno è anche il giorno dell’attentato di Sarajevo. Il “Dovere” del 4 luglio tocca tasti irredentisti e quasi plaude all’assassinio dell’erede al trono di casa d’Austria. Ma di qui in poi l’impegno di Rocco va scemando. Si ritira in vacanza a Recoaro per un paio di mesi e lascia a Gino Damerini la direzione di fatto del giornale. Pertanto, oltre alle ovvie aperture sui temi nazionali e sugli eventi europei, “Il Dovere Nazionale” diventa sempre più il foglio dei nazionalisti veneziani, occupandosi di temi quali “l’industria del forestiero”, l’auspicata nuova zona portuale ai “bottenighi” e, ovviamente, l’irredentismo adriatico. Anche nella cronaca locale il gruppo giovanile nazionalista si fa sempre più attivo, soprattutto con il suo leader Giulio Pitteri. A gennaio, nel bel mezzo della campagna interventista, il “Dovere” cessa le pubblicazioni. I motivi sono da ricercare a livello economico, ma anche nel distanziarsi di Rocco dall’ANI e dalla volontà della sua dirigenza di non voler salvare un foglio fin troppo indipendente e “adriatico”. Rocco aveva proposto di farne un supplemento settimanale all’“Idea Nazionale”, che era nel frattempo divenuto quotidiano, ma la cosa non va in porto e il 10 gennaio 1915 si conclude l’avventura del giornale della Federazione nazionalista veneta. Non per questo si conclude l’impegno dei nazionalisti veneziani per l’intervento che, anzi, li vedrà tra i massimi protagonisti del “maggio radioso”.

Annotazioni

La Pubblicità è affidata all’Agenzia Haasenstein e Vogler, S. Marco 144, Venezia. L’uscita settimanale è calendarizzata al sabato dal n. 1 al n. 19, la domenica dal n. 20 al n. 36. La distribuzione avviene nelle principali edicole di Venezia e Padova e in alcuni altri punti vendita di altre 29 città, per lo più venete e limitrofe, ma anche a Roma, Milano e Torino.

Reperibilità

Biblioteca Nazionale Marciana; Biblioteca Querini Stampalia

Collocazione

Bnm: Giorn. 26

Bqs: Per. A 74

Consistenza

Bnm: I, n. 1 (9 maggio 1914) – (10 gennaio 1915)
Bqs: I, n. 6 (13 giugno 1914) – I, n. 7 (27 giugno 1914); I, n. 9 (4 luglio 1914) – I, n. 10 (11 luglio 1914); I, n. 13 (1 agosto 1914); I, n. 19 (12 settembre 1914)

Conservazione

Buona (Bqs); mediocre (Bqs)

Studi e bibliografia

M. Isnenghi, «Il Dovere Nazionale». Lettere di Alfredo Rocco a Gino Damerini, in Studi veneti offerti a Gaetano Cozzi, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 449-459; L. Pomoni, Il Dovere Nazionale. Il gruppo nazionalista veneziano dal “primo maggio slavo” al “maggio radioso”, Tesi di laurea, Università degli Studi di Venezia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Relatore Mario Isnenghi, a.a. 1994-1995; L. Pomoni, Il Dovere Nazionale. I nazionalisti italiani alla conquista della piazza (1908-1915), Padova, Il Poligrafo, 1998; L. Pomoni, Il Dovere Nazionale. L’occasione politica di Gino Damerini, in La Venezia di Gino Damerini (1881-1967). Continuità e modernità nella cultura veneziana del Novecento. Atti del convegno di Venezia 1-2 dicembre 2000, a cura di F.M. Paladini, “Ateneo Veneto”, vol. 38, CLXXXVII (XXXVIII n.s.), 2000, pp. 145-160.

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