Bandiera Bianca

Vita periodico

1920-1921

Titolo

Bandiera Bianca

Sottotitolo

Organo dell’Unione del Lavoro di Venezia e Provincia [da II, n. 16 (1° gennaio 1921)] Organo dell’Unione del Lavoro di Venezia

Luogo di pubblicazione

Venezia

Tipografia - Casa editrice

Stabilimento grafico Umberto Bortoli

Sede

Direzione e amministrazione: Palazzo Soranzo, San Polo

Numero pagine

4

Formato

42x29 [poi] 43,5x31

Prezzo

Cent. 20, a.a. £. 10 (estero £. 12)

Periodicità

Settimanale

Cronache locali

Si

Organi direttivi

Gerente responsabile: Ambrogio Sorteni; [direttore: Giuseppe Cisco]

Firme e collaboratori

Avv. Degregori

Profilo storico editoriale

“Nel suo titolo il giornale ha chiaramente espresso il suo programma: la nostra tattica e il nostro obiettivo. Bandiera bianca, vessillo del lavoratore cristiano: che, consapevole dei suoi diritti, sa pure i suoi doveri: essendo segnati i limiti degli uni e degli altri dal Vangelo. Perché i padroni hanno dimenticato troppo spesso i loro doveri verso i lavoratori, i lavoratori si sono coalizzati contro di loro. Avendo rinnegato Gesù Cristo, ed insegnato al popolo a rinnegarlo, i padroni furono presi per la gola da Carlo Marx. Il soviet, feroce e sanguinario, si avventa sul mostro insaziabile del trust. Il padrone e il lavoratore, perchè non si incontrano più dinnanzi al crocifisso, si scontrano sulla barricata. L’umanità sanguinante per la guerra scatenata dalla Banca Internazionale viene gettata nella fornace della rivoluzione organizzata dall’Internazionale rossa. Bisogna salvare l’umanità. La salvezza non può più essere che nella riorganizzazione cristiana dei lavoratori. Essi sono la forza rifatta cristiana; questa forza imporrà la giustizia e quindi la pace sociale. Non si sfugge altrimenti alla rovina di tutti. A quest’opera di ricostruzione e di salvezza, noi ci proponiamo di portare la nostra collaborazione entusiasta con questo per ora piccolo ma efficace strumento di propaganda. Ci è assegnato in questa vasta opera un duplice compito: incitare all’unione cristiana lumeggiando la santità dello scopo e l’onestà e l’efficacia dei mezzi, svelare al popolo i fini malvagi ed i mezzi disonesti degli avversari. Posto gradito di battaglia, il nostro. Ci batteremo con lealtà, ma a fondo: contro tutti gli egoismi e tutte le sopraffazioni; di padroni di terre come di padroni di masse; l’animo nostro tutto teso alla realizzazione di quello che fu il sogno tormentoso di un nostro duce compianto: Emilio Pesenti. Ricordandolo, mentre ci accingiamo alla partenza, sventolando Bandiera bianca, per avviarci con guida sicura, noi ricordiamo quello ch’egli pensava e operava”, cfr. Il nostro programma e il pensiero di E. Pesenti, I, n. 1 (18 settembre 1920).

Il periodico si interessa soprattutto di questioni politiche e sindacali, con una forte attenzione alla cronaca di Venezia e provincia; frequenti sono le polemiche, non solo contro i socialisti (un riferimento frequente a “l’Avanti”), ma anche, sebbene più raramente, contro il quotidiano “Il Gazzettino”. Dal terzo numero vi è una pagina dedicata alla Federazione Provinciale delle Cooperative di Consumo di Mestre, in via Rosa. Gli articoli, per lo più, non sono firmati. Il settimanale prende atto dell’esistenza del fascismo, in maniera chiara, solo nel n. 25 (5 marzo 1921), con un articolo intitolato Fascismo e proletariato. Confessioni e… scuse inutili in cui nega la possibilità per il fascismo di conquistare il proletariato, rosso o bianco che sia, e ne definisce la unica possibilità come movimento borghese, il confronto prosegue poi nell’editoriale I fascisti e noi del n. 26 (12 marzo 1921), che si schiera contro “Italia Nuova”, organo del fascismo veneziano, che evidentemente aveva reagito al precedente editoriale; interessanti risultano alcuni passaggi dell’articolo: “Noi abbiamo aderito – da gente disciplinata – al blocco elettorale antibolscevico con un’intesa aperta e franca anche col fascismo, con cui avevamo in comune un amico: il bolscevismo. Benissimo: Ma il fascismo – parliamo del fascismo in genere – che noi vedevamo alcuni mesi fa intento soltanto ad organizzare la resistenza contro le lunghe e insopportabili sopraffazioni rosse, non aveva ancora cacciate – né potevamo supporre che le cacciasse a sì presto – le unghie contro i bianchi, nei suoi convegni di Milano e nelle sue azioni in Toscana …” – e conclude – “… è d’uopo sapere se con questo fascismo è solidale o meno il fascismo veneziano, per stabilire se ci sono e da che parte sono i truffatori elettorali”. La questione politica relativamente al fascismo è poi approfondita con un intervento, sempre in prima pagina, su Il fascismo e le organizzazioni dei contadini nel pensiero dell’on. Miglioli.

Annotazioni

Il periodico è stato consultato in una copia microfilmata. La numerazione dei fascicoli è progressiva. Il n. 30-31 (9-16 aprile 1921) è uscito privo del sottotitolo. L’indicazione di Giuseppe Cisco quale direttore del periodico è segnalata da L. Nardo, Il tessuto cattolico, in Storia di Venezia. L’Ottocento e il Novecento, a cura di M. Isnenghi e S. Woolf, II, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2002.

Reperibilità

Biblioteca Nazionale Centrale Firenze

Collocazione

Alf 1313

Consistenza

I, n. 1 (18 settembre 1920) – I, n. 9 (13 novembre 1920); I, n. 12 (4 dicembre 1920); I, n. 14 (18 dicembre 1920) – II, n. 30-31 (9-16 aprile 1921)

Compilatore

Soggetti

Parole chiave

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